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Gesù Cristo

presentazione sintetica della Sua figura

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premessa metodologica

Noi possiamo conoscere ciò che è remoto solo a partire da ciò che è prossimo, solo appoggiandoci a ciò che è prossimo. E questo vale per tutto, anche per quello che possiamo sapere di quell’Uomo, quell'Uomo che diceva di essere Dio. Noi infatti Lo possiamo conoscere sì anche grazie ai testi che ci parlano di lui, che abbiamo buone ragioni per pensare siano stati scritti da testimoni oculari (i Vangeli), ma i Vangeli ci possono parlare, possono non essere delle parole astratte e non credibili, solo nella misura in cui qualcosa di prossimo accade nella nostra esperienza che riverberi e attualizzi quelle stesse cose di cui i Vangeli parlano: l’esperienza a) della comunità ecclesiale, o meglio della ”comunione” è un termine meno sociologicamente equivocabile di “comunità”, che si usa anche per realtà aggregative naturalicomunione ecclesiale e b) quella del nostra personale rapporto col Tu di Cristo, come Presenza reale oggi.

i Suoi, una prossimità che rimanda oltre sé

Non possiamo separare il Tu di Cristo da Suoi, la comunione ecclesiale (dopo la Sua Ascensione infatti la modalità principale di contrarlo è attraverso la visibilità dei Suoi, dei Suoi testimoni, testimoni di una eccezionalità impossibile alle forze naturali), ma nemmeno possiamo separare i Suoi da Lui (senza del quale la compagnia dei Suoi non avrebbe senso). Nel primo caso avremmo un intimismo tendente al protestantesimo, nel secondo un cameratismo superficiale.

il rapporto personale con Cristo

Come è possibile rapportarsi personalmente a Cristo, per noi che viviamo dopo la Sua Ascensione al cielo? Non è questione di strane tecniche, né di complicati rituali: è questione di semplicità. Si tratta di riconoscere un dono che ci viene fatto, anzitutto attraverso i Suoi. Il fatto che i Suoi si trattino e ci trattino in un modo impossibile alle forze naturali, testimonia che in loro è presente Uno, che ci vuole bene e permette loro di partecipare della Sua forza.

A noi è chiesto molto semplicemente di metterci davanti al suo Tu, e di rivolgerci a Lui, pregandoLo. Ringraziandolo dei suoi doni, anzitutto appunto di essersi fatto incontro a noi attraverso i Suoi. E poi chiedendo che compia in noi ciò che ha iniziato. Si può vedere la sezione sulla preghiera.

chi è Cristo

«il Redentore dell'uomo, Gesù Cristo
è il centro del cosmo e della storia»
(Giovanni Paolo II, Redemptor hominis)

Gesù Cristo è per un cristiano il Centro di tutta la realtà (come disse San Paolo, e dopo di lui Giovanni Paolo II), è Colui che compie la rivelazione che il Mistero fa di Sé, per comunicarsi pienamente all’uomo, caduto con il peccato originale e chiamarlo a partecipare alla Sua stessa vita trinitaria. La rivelazione era

  • iniziata a livello naturale (accessibile alla ragione che ogni essere umano ha) con la stessa creazione (la creazione, il creato parla del Mistero che lo crea),
  • e a livello soprannaturale con l’Alleanza che il Mistero aveva stretto con un popolo tra tutti gli altri, il popolo da Lui preferito, il popolo eletto: il popolo ebraico.

Questo popolo preparò a lungo la venuta dello stesso Figlio di Dio, e per questo è stato giustamente chiamato il “grande pedagogo”: la sua storia è fatto di interventi miracolosi del Mistero e di tradimenti umani, a cui il Mistero ha sempre risposto risollevando il suo popolo, e ri-creandolo (sia pur non senza il crogiolo della sofferenza).

E Cristo, il Figlio di Dio,il Verbo di Dio, nasce proprio all’interno del popolo eletto: Sua madre, Maria, era una figlia del popolo ebraico, suo padre “putativo”, Giuseppe, era di discendenza “davidica”.

[Per approfondire questo tema]more

In base a quanto sappiamo dai Vangeli, e che ognuno è sfidato a verificare nella propria “prossimità”, quell'Uomo ha dimostrato nella sua umana esistenza di essere più che un “semplice uomo”, ha dimostrato di essere Dio. Ma questo, appunto, va verificato, secondo la formula sintetica usata contro Ario, che negava la Sua divinità: «se mi divinizza, è Dio». Non può invece essere affermato a priori, né fatto poggiare solo o soprattutto su dei testi.

perché Dio si è fatto Uomo

Prima di procedere, facciamo un altro passo, apparentemente teorico: perché Dio si è fatto Uomo? Nel corso della storia la riflessione teologica ha sintetizzato due grandi motivazioni della missione terrena del Verbo di Dio:

  • redimere (cioè riscattare, salvare) l’umanità che con il peccato originale era caduta sotto il potere della Menzogna, e quindi restaurare la “natura decaduta”
  • rendere l’uomo partecipe della vita divina, divinizzarci.

Giovanni Paolo II nella Redemptor hominis, pur sottolineando la componente redentiva (richiamata nello stesso titolo dell’enciclica) piuttosto che quella divinizzatrice di Cristo, evidenziava due dimensioni, come due effetti maggiori della Sua missione: quello di rivelarci il Padre (come bontà assoluta) e quello di rivelare l'uomo all'uomo, di rivelarci il mistero che noi siamo a noi stessi:

«L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non s’incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente. E perciò appunto Cristo Redentore - come è stato già detto - rivela pienamente l’uomo all’uomo stesso. (…) L’uomo che vuol comprendere se stesso fino in fondo - non soltanto secondo immediati, parziali, spesso superficiali, e perfino apparenti criteri e misure del proprio essere - deve, con la sua inquietudine e incertezza ed anche con la sua debolezza e peccaminosità, con la sua vita e morte, avvicinarsi a Cristo. » (§ 10)

la Sua vita terrena

La Sua esistenza terrena ha tre grandi momenti:

  • la Sua Incarnazione (nascita),
  • la Sua passione e Crocifissione,
  • la Sua Resurrezione.

la Sua incarnazione

Giotto - adorazione dei Magi
Giotto - adorazione dei Magi

Il Verbo di Dio, Gesù Cristo, nasce a “Betlemme di Giudea”, dove Sua madre e il padre putativo si erano recati per il censimento. Ma non è il caso di ripercorrere qui nel dettaglio tutti i particolari di tale vicenda. Si è detto che possiamo conoscere il remoto solo a partire da ciò che è prossimo. Qui può bastare ricordare che l’Incarnazione (il fatto che Dio è diventato un Uomo) si riverbera per ognuno di noi in un primo incontro, che è sempre qualcosa di storico e di particolare. Un incontro che stupisce e coinvolge come con il presentimento che lì c’è la cosa più importante della vita, ciò che spiega e dà senso alla vita. Successivamente è pressoché inevitabile che si tenda a impadronirsi dell’Incontro, e a credere che ormai ci sia solo da applicare quello che ormai si sa. Ma questo è ingannevole, perché ci si può rapportare al Mistero rivelatosi in Cristo solo se si permane in un atteggiamento di stupore, di stupore per qualcosa che non possiamo mai possedere. Per questo Gregorio poteva dire che «i concetti creano idoli, solo lo stupore conosce».

Ed è sempre possibile tornare allo spirito del primo incontro. Nella sua apparente casualità. Nella sua non programmabilità e non possedibilità. Tratti che ci vengono richiamati (ecco ancora la circolarità tra prossimo e remoto) dalla scelta del Verbo di Dio di nascere in una sperduta località della Giudea, in un contesto apparentemente insignificante. Quanto di meno programmabile si potesse immaginare.

la Sua vita pubblica

Per trent’anni Gesù visse “ nascostamente ” a Nazareth, senza rivelare in modo clamoroso la Sua natura divina. A trent’anni iniziò invece la sua attività pubblica, chiamando dei discepoli che Lo seguissero e iniziando a predicare e a compiere miracoli (in genere guarendo malati, sia nel corpo che nello spirito). Un suo importante, recente, testimone, don Giussani evidenziava alcuni tratti della Sua personalità, quale emerge dai racconti evangelici: una eccezionalità senza paragone:

  • un potere sulla natura (si veda le numerose guarigioni miracolose, o la moltiplicazione dei pani e dei pesci, o la pesca miracolosa, o la resuscitazione di morti),
  • una intelligenza straordinaria (come nelle su discussioni coi farisei, dove evitava di cadere nei loro tranelli),
  • una bontà straordinaria (come quando si commuove per la vedova di Nain «donna, non piangere», o si commuove per la morte di Lazzaro).

la Sua passione

L'esistenza terrena del Figlio di Dio culmina nella sua uccisione, voluta dalle autorità religiose ebraiche. Si può vedere questa pagine sulla Sua passione.

Qui possiamo dire che anche nella nostra vita il momento della sofferenza e della prova è inevitabile: sia per il nostro stesso tradimento, sia per il male che è negli altri: l'uno e l'altro provocano effetti a catena. Ognuno può sperimentare nella sua prossimità che la Croce è un passaggio inevitabile, ma non è l'ultima parola.

la Sua Resurrezione

Giotto - Cristo risorto
Giotto - Cristo risorto

Infatti la Croce, il morire a noi stessi, è la condizione storicamente inevitabile per arrivare, se accettata con fede, alla Resurrezione.

Anche la Sua resurrezione è qualcosa che un credente può sperimentare nella sua vita, nel momento cui a un sacrificio accettato, o a una sofferenza accettata, segue poi una crescita della propria umanità, in termini ad esempio di consapevolezza o di letizia e di pace.

I Vangeli raccontano che «il terzo giorno» dalla Sua morte in Croce, dopo essere realmente morto ed essere realmente stato sepolto, Gesù Cristo risorse.

E risorse in una condizione che anticipa quella che sarà la nostra alla fine: una condizione in cui la stessa corporeità è trasfigurata e definitivamente sottratta alla mortalità come pure ad altre limitazioni (materiali e creaturali), pur restando realmente materiale (Cristo ad esempio mangiò coi suoi discepoli dopo la Resurrezione).

📖 Testi on-line

📚 Bibliografia essenziale

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  • Joseph Ratzinger, Jesus von Nazareth. Die Kindheitsgeschichten, Freiburg im Br. 2012, tr.it. L'infanzia di Gesù, Libreria Editrice Vaticana, Roma 2012 (compra su amazon o compra su IBS).
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  • Vladimir Sergeevič Solov'ëv, Sulla divinoumanità. e altri scritti, Milano 1990(compra su amazon o compra su IBS).
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  • Hans Urs von Balthasar, Kosmische Liturgie. Das weltbild Maximus' des Bekenners, Einsiedeln 1961, tr.it. Liturgia cosmica, A.V.E., Roma 1976 (compra su amazon o compra su IBS).
  • Elisabetta Zambruno, La «Theologia Deutsch» o la via per giungere a Dio. Antropologia e simbolismo teologico, Milano 1991(compra su amazon o compra su IBS).

🎬 Filmografìa

Films collegati al tema sono, tra gli altri:

  • locandina del filmPier Paolo Pasolini, Il Vangelo secondo Matteo(compra su amazon)1964 (Un film serio, realizzato con mezzi tecnici poveri, ma capace di evidenziare la drammaticità della fiugura di Cristo e in particolare della Sua passione).
  • locandina del filmNorman Jewison, Jesus Christ Superstar(compra su amazon)1973 (Musiche rock bellissime. La figura di Cristo è guardata con un certo rispetto, ma con qualche dubbio sulla Sua divinità.).
  • locandina del filmFranco Zeffirelli, Gesù di Nazareth(compra su amazon)1977 (Il film di Zeffirelli, che ebbe grande successo come sceneggiato TV, dà una immagine piuttosto edulcorata di Gesù).
  • locandina del filmMel Gibson, The Passion of the Christ(compra su amazon)2004 (Forse il film più realistico sulla Passione di Cristo (la stessa lingua è l'aramaico allora parlato). Commovente.).

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